Di: Francesco
Schiapputer Roberti per Wolfland
Il sedere su una vespa lo posai la prima volta nel 1972. Da allora molti
mezzi a 2 ruote sono passati in garage, ma il primo amore non si scorda mai…chi
nasce vespista lo resta tutta la vita credo.
E cosi’ a distanza di 45 anni c’e’
sempre una vespa in garage, e nonostante oggi le cilindrate dei mezzi a 2 ruote
siano enormemente cresciute, sono un convinto assertore di viaggi impegnativi
anche con un modesto 150 cc.
Non e’ il caso del viaggio di cui parliamo oggi, una gita lungo il lago
d’Iseo e la Valcamonica fino a raggiungere le frazioni alte di Ponte di Legno,
fattibile in giornata con una percorrenza di circa 230 km.
La Ruby (px rosso del 2014) e’ pronta con ruote lamellari cattive in grado
di affrontare anche neve alta e ghiaccio, grazie al suo peso limitato. Si parte
costeggiando la sponda bergamasca del lago d’Iseo, bella e selvaggia. Dopo Riva
di Solto foto per immortalare le montagne dove tenteremo di arrivare.
Poi e’ un lungo e lento arrampicarsi per la valle Camonica, con
l’onnipresente Pizzo Badile, la montagna sacra agli antichi Camuni (la
popolazione preistorica che popolava la valle famosa per i celebri graffiti).
Facile capire il perche’… Dopo ogni lampo il tuono rimbombava sulla superficie
piatta del Pizzo Badile sempre avvolto tra le nuvole ed era facile credere che
quella fosse la casa degli dei.
Finalmente arrivati a Ponte di Legno Ruby ed io ci arrampichiamo per la
vecchia strada che via Zoanno e Precasaglio conduce a Pezzo, il balcone della
Valcamonica a quasi 1600 metri di quota. In alcuni pezzi la via e’ ghiacciata
ed infida ma le IRC Urban Snow fanno il loro dovere.
Da qui prima tentiamo la via per Case di Viso un incantevole vallata posta
sotto il rifugio Bozzi, sulla linea difensiva dell’Albiolo durante la prima
guerra mondiale, ma la strada e’ inesorabilmente bloccata. Qualche foto per
immortalare comunque i panorami e qualche foto di repertorio di un’altra
impresa invernale compiuta in valle di Viso col fido Suzuki vanvan 125 per
mostrare la bellezza dei posti.
Poi tentiamo di raggiungere la valle delle Messi, sotto la strada del
Gavia, anch’essa inesorabilmente bloccata da un cumulo di neve. Anche qui i
panorami sono spettacolari.

Infine si gioca un po’ con la neve…impressionante la motricita’ della
vespa, finche’ non spancia sulla neve pian pianino avanza da sola, senza aiuti.
Ma il tempo e’ tiranno e dopo aver mangiato un’ottima bistecchina di cervo
al ristorante da Giusy, l’unico esistente a Pezzo si intraprende stanchi ma
felici la via del ritorno,
non senza aver scattato una foto al massiccio della Concarena.
E poteva mancare il brivido finale di una foratura a 20 km da casa? Fortuna
che la Vespa ha la ruota di scorta…
la valle delle Messi dove inizia la strada per il passo Gavia
Grazie a Francesco Schiapputer Roberti
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